Arrivano i manifesti elettorali ma, sotto lo slogan, il nulla

Se solo l’1% di quelle frasi fatte si convertisse in comportamenti di fatto… da noi pioverebbero soldi europei anche in Agosto, nessuno asfalterebbe il lavoro dei nostri pescatori con le maledette quote tonno, avremmo un aiuto più concreto con gli immigrati, l’agricoltura fiorirebbe, il turismo esploderebbe e poi l’artigianato, il commercio, le start up …

Eusebio Dalì

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Palermo città violenta e tascia

È la Palermo di periferie emarginate, dove tutto fa colore, rifiuti, inedia e povertà; dove la noia miscela lagnusia e frenesia, rassegnazione e confusione. 
Dove non ci sono le istituzioni, c’è solo la politica delle scadenze elettorali e dei politicanti borgatari, cui basta mettersi una cravatta per fingersi acrobati e non sentirsi più dei nani. 

Eusebio Dalì

Un estratto dell’articolo che ho scritto per LIVE SICILIA.

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Orlando

Lettera a Orlando: le leggi vanno rispettate, sempre. Anche quando non piacciono

Caro Sindaco,
ieri ne hai sparata un’altra delle tue. E, come sempre, carpisci la buona fede di chi non ha potuto o voluto studiare.

Vedi Sindaco, il tuo atto pieno d’amore per i clandestini, che ancora una volta ha il solo scopo di nascondere sotto il tappeto le innumerevoli nefandezze della tua amministrazione, è una palese ma molto pericolosa provocazione. Tutto ti si può dire tranne che tu non sia una persona di grande cultura giuridica e dunque sai perfettamente che ciò che dici è inapplicabile.

Sventoli come un’arma di distrazione di massa la tua ultratrentennale arroganza politica. La legge 132 è una legge e, dunque, è obbligo a chiunque di rispettarla e farla rispettare a cominciare dalle istituzioni. C’è scritto così da qualche parte no? Il presidente Mattarella, tuo amico, l’ha promulgata. Vuoi forse contravvenire ad una sua disposizione? Esiste una Corte Costituzionale (alla quale ambisci, o forse no? Vedremo) che può giudicare il tuo eventuale ricorso, ma nelle more il dirigente del dipartimento anagrafe del Comune deve osservare la legge. Quella stessa che tu gli hai chiesto di non applicare.

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leoluca-orlando

L’arroganza di Orlando: siamo una città di provinciali e analfabeti

Palermo si lascia alle spalle il suo capodanno con le ordinanze sui botti non rispettate, il suo concerto, la sua munnizza, e si risveglia stamattina con una nuova consapevolezza: “siamo una città provinciali ed analfabeti”.

Ma attenzione, non tutti, solo chi non riesce a vedere i passi in avanti nell’ammistrazione della nostra città.

Si è letto, infatti, in alcune testate che secondo il Sindaco di Palermo i passi in avanti di questa città sarebbero così evidenti che solamente dei provinciali analfabeti non sarebbero in grado di vederli.

Le parole non sono mai un caso, specie se chi le pronuncia è accademico e politico di lungo corso, piuttosto sono un codice, tipico di quella sinistra intellettualoide e salottiera che ha ammorbato per anni il nostro paese a tutti i livelli, amministrativi e politici.

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La bellezza ‘maltrattata’ di Palermo: l’esempio del palazzo di piazza Castelnuovo

La bellezza è la migliore lettera di raccomandazione. Lo diceva Aristotele oltre 2 mila anni fa. E non vale solo per le persone ma anche per le città. Ora, Palermo è bella ma spesso ho la sensazione – correggetemi se sbaglio (ma credo di no)- che non sia valorizzata.

E non è un problema di conto. Se Simonetta Vespucci, individuazione della bellezza assoluta per Sandro Botticelli, non avesse curato la sua immagine così da ammaliare chiunque la vedesse, non avremmo molto probabilmente avuto la Nascita di Venere.

In poche parole, la bellezza, per essere riconosciuta tale, va notata e, per esserlo, occore che sia curata.

A Palermo, purtroppo, sono tanti e vari esempi di bellezze ‘calpestate’. E la rabbia è tanta perché se certi palazzi, certe fontane, certe statue, le avessero avute in una qualche città del Nord Italia/Nord Europa, sarebbero così splendenti da potercisi specchiare.

Un esempio di ciò è quel palazzone che si trova in piazza Castelnuovo, accanto al Politeama. Non so quali siano le sue condizioni interne ma quelle esterne sono un pugno in un occhio.

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traffico-palermo

A Palermo in strada regna l’anarchia. Un esempio? Provate ad andare in via Imera…

Avete mai provato a raggiungere la zona di via Imera, partendo dal Giardino Inglese?

Beh, io sì. Ogni lunedì, venerdì e sabato quando accompagno mia figlia a scuola. Esiste una repubblica autonoma popolare all’interno della città, dove non si vede un’auto della Polizia Municipale neanche di passaggio, dove l’anarchia regna sovrana e dove qualsiasi forma di buon senso, sia essa figurata, parlata, pensata è assolutamente inesistente.

Il palermitano di borgata non ha regole, ha consuetudini. Una miscellanea terribile tra assenza totale della pubblica amministrazione e libero arbitrio panormita. Si rischiano incidenti ogni due metri, si rischia la zuffa ogni 6/7 secondi, si perdono due mesi di vita ogni cento metri percorsi.

Ma allora la colpa di chi è?

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Michele Pivetti

A Palermo il traffico è davvero una piaga ma le soluzioni ci sono

Ogni volta che mi trovo fuori città e cioè tutte le settimane, parlando con l’interlocutore del momento, rivendico con orgoglio la mia provenienza panormita, si comincia con la litania di Jhonny Stecchino. I problemi della Sicilia sono la siccità, l’Etna e “i traffico”.

Invero, di siccità per fortuna non si sente più parlare, di Etna è un problema che riguarda i “mangiarancini” (#sischerza) ma “i traffico” no, quello riguarda proprio noi. E sapete perché? Perché il nostro sistema viario è deprimente, avvilente, sbagliato, mortificato.

Abbiamo rimpicciolito strade già piccole per fare il tram più inutile d’Europa, costato 330 milioni di euro e che a quanto sembra ha un passivo di 12milioni l’anno, abbiamo un sistema di comunicazioni tra la parte est e quella ovest della città assolutamente inadatta per una città che di giorno supera il milione di utenti finali.

Sono sotto gli occhi di tutti gli ingorghi di viale Regione Siciliana, di via Messina Marine e degli ingressi in città da viale Strasburgo, viale Lazio e via Belgio. E allora?

Le soluzioni non sono rivoluzionarie, ci avevano già pensato da tempo e sta a noi nuove generazioni, futuri leader di questa città prendere la responsabilità delle buone battaglie.

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Eusebio Dalì - Palermo merita di più

Siamo #Palermomeritadipiù e per noi “la politica è bella”

Siamo un laboratorio politico, che incuba idee, aggrega energie, supera gli steccati dell’appartenenza e guarda alla città come a un enorme spazio vitale da migliorare, non come a un’amministrazione da conquistare.

Siamo un foglio bianco, su cui ognuno può scrivere ciò che vuole, purché la sua non sia una storia già vista, la solita storia. Niente programmi, ma emergenze da individuare e soluzioni da trovare; perché tutto siamo fuorché googolisti che “copiaeincollano” promesse e profezie di un futuro migliore.

Siamo un assemblement di uomini e donne provenienti da esperienze, culture e orientamenti diversi. Non siamo un movimento, non siamo un partito, non siamo una lista in embrione, non siamo in campagna elettorale. Non siamo qui per qualcuno, siamo qui per qualcosa.

Siamo #Palermomeritadipiù.

E per noi “la politica è bella”.