La bellezza ‘maltrattata’ di Palermo: l’esempio del palazzo di piazza Castelnuovo

La bellezza è la migliore lettera di raccomandazione. Lo diceva Aristotele oltre 2 mila anni fa. E non vale solo per le persone ma anche per le città. Ora, Palermo è bella ma spesso ho la sensazione – correggetemi se sbaglio (ma credo di no)- che non sia valorizzata.

E non è un problema di conto. Se Simonetta Vespucci, individuazione della bellezza assoluta per Sandro Botticelli, non avesse curato la sua immagine così da ammaliare chiunque la vedesse, non avremmo molto probabilmente avuto la Nascita di Venere.

In poche parole, la bellezza, per essere riconosciuta tale, va notata e, per esserlo, occore che sia curata.

A Palermo, purtroppo, sono tanti e vari esempi di bellezze ‘calpestate’. E la rabbia è tanta perché se certi palazzi, certe fontane, certe statue, le avessero avute in una qualche città del Nord Italia/Nord Europa, sarebbero così splendenti da potercisi specchiare.

Un esempio di ciò è quel palazzone che si trova in piazza Castelnuovo, accanto al Politeama. Non so quali siano le sue condizioni interne ma quelle esterne sono un pugno in un occhio.

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