IL GRANDE ILLUSIONISTA…

Ma un tale paragone sarebbe ingiusto per Houdini, lui si davvero grande, che aveva fatto dell’illusione ottica un’arte e non un banale espediente.
Forse il paragone è più calzante se si pensa a quei “mariuoli” che stazionano nei pressi della stazione dei treni di Napoli e che fermano gli avventori con l’illusione di facili vincite.
Il gioco è semplice: distrarre l’attenzione del giocatore con i fanti e nascondere la donna.
La donna è la nostra bella Palermo con i suoi problemi e le sue criticità; con la munnizza, con i cinghiali che scorrazzano per la città, con l’abbandono delle periferie, con le sue strade distrutte.
I fanti-distrattori sono le inutilissime (per la città di Palermo) questioni ideologiche, le polemiche a distanza con Ministri della Repubblica e via discorrendo.
Ma attenzione! Il baro non è mai solo……
In genere si avvale di “compari”, ovvero finti giocatori che in teoria giocano contro lui, e qualche volta perdono (per finta, si capisce!) ma che a fine giornata si spartiscono il bottino. Stiamo parlando dell’opposizione in Consiglio Comunale.
I disastri nostra città sono talmente grandi, talmente evidenti, talmente vergognosi che dovremmo assistere ad una manifestazione per strada al giorno con i consiglieri in testa, ed invece niente…qualche frecciata ogni tanto e poi il silenzio, tutto continua come prima.
Chiaramente questo stato immobile e stantio di gattopardiana memoria deve essere smosso, il banco del baro deve essere fatto saltare, ed in questo senso merita adesione l’annunciata iniziativa della Lega a Palermo di raccolta delle firme per richiedere le dimissioni del Sindaco (comico che fosse necessario un partito del Nord per una cosa così banale, ma tant’è).
Certo, da una raccolta di firme non ci si aspetta la presa della Bastiglia, ma è un inizio.

L’era del cinghiale rosa-nero

Franco Battiato auspicava negli anni 70 il “…..ritorno dell’era del cinghiale bianco”, bene!
Finalmente a Palermo è giunta quell’era, anche se i cinghiali che scorazzano per le strade di Palermo non sono esattamente bianchi, almeno fino a che, rovistando nell’immondizia, non avranno contratto qualche malattia che gli sbianca il pelo.
Da oggi i palermitani non avranno più bisogno di andare nelle località montane immerse nel silenzio per avvistare qualche timido animale selvatico che attraversa la strada, basterà frequentare i cassonetti sotto casa per imbattersi in qualche peloso e zannuto amico a quattro zampe.
Scherzi a parte questa vicenda dei cinghiali, fa tanto ridere quanto piangere perché è il simbolo della trascuratezza, dell’immondizia, del menefreghismo del Sindaco (impegnato nelle dispute ideologiche con il Ministro degli Interni), è il simbolo dell’abbandono delle aree naturalistiche della città, insomma, quando il Sindaco non c’è i cinghiali ballano.
Sto benedetto cinghiale oggi sembra essere rappresentativo dell’ intera città di Palermo, tanto che potrebbe addirittura amministrarla ed in pochi si accorgerebbero della differenza, anzi visto che il versante calcistico cittadino non se la passa meglio potremmo sostituire l’aquilotto con un bel “cinghialotto”, rigorosamente rosa-nero, superando così perfino i limiti monocromatici di Battiato.

Apertura di nuovo “+point”, Sabato 13 aprile, in Via G. Besio n.15 alle ore 10.30: la politica che vuole far pace con il territorio

E’ arcinoto che mentre l’amministrazione palermitana, nella persona del suo sindaco pro tempore (per fortuna!), si diletta in disquisizioni di alta politica nazionale ed internazionale, quali il diritto del migrante o l’apertura dei porti, la città ormai versa in uno stato di abbandono e degrado come mai negli ultimi 30 anni (limite storico-anagrafico di chi vi scrive).
Se l’inquilino di Palazzo delle aquile è appassionato di tali nobilissimi temi, potrebbe candidarsi al Parlamento Europeo, quale migliore occasione della competizione elettorale che incombe, per dare il suo “preziosissimo” contributo al dibattito internazionale?
Certo dovrebbe cedere lo scettro dell’amministrazione palermitana a chi ha la voglia, e soprattutto il coraggio di amministrare, dovrebbe “mollare la poltrona”, come si usa dire di questi tempi quando si parla di mala politica.
Invece no!
I cittadini palermitani, tra la notizia di uno stupro e quella di un pestaggio a morte, sono costretti a sorbirsi l’ennesima e fantasiosa uscita sulla sicurezza della città; tra un cumulo di munnizza ed un autobus che non passa mai, devono sentirsi dire che Palermo è rinata; tra una ztl schizofrenica ed un tram inutile e dannoso per la viabilità, si sentono dire che Palermo è meta ambita dai turisti.
Insomma, da una parte c’è chi vive la città con i suoi disagi e le sue criticità, dall’altra chi vive nell’ iperuranio, così iper che neppure Platone avrebbe potuto immaginarlo.
Allora e’ necessario che la politica faccia pace, o meglio, tenti di far pace con i cittadini, partendo dal basso, dal quartiere, dalla strada, dalla singola attività commerciale o centro di aggregazione.
In questa direzione si muove l’associazione “palermomeritadipiù” con l’apertura dei suoi “+point”, il prossimo sabato 13, alle ore 10, in via G. Besio n. 15.
Non grandi e vuote conferenze programmatiche, non imponenti fiere di lestofanti e parolai, ma piccoli incontri, in piccoli centri di aggregazione sul territorio, per raccogliere le istanze dei cittadini.
Chiunque abbia voglia di partecipare è il benvenuto!

leoluca-orlando

L’arroganza di Orlando: siamo una città di provinciali e analfabeti

Palermo si lascia alle spalle il suo capodanno con le ordinanze sui botti non rispettate, il suo concerto, la sua munnizza, e si risveglia stamattina con una nuova consapevolezza: “siamo una città provinciali ed analfabeti”.

Ma attenzione, non tutti, solo chi non riesce a vedere i passi in avanti nell’ammistrazione della nostra città.

Si è letto, infatti, in alcune testate che secondo il Sindaco di Palermo i passi in avanti di questa città sarebbero così evidenti che solamente dei provinciali analfabeti non sarebbero in grado di vederli.

Le parole non sono mai un caso, specie se chi le pronuncia è accademico e politico di lungo corso, piuttosto sono un codice, tipico di quella sinistra intellettualoide e salottiera che ha ammorbato per anni il nostro paese a tutti i livelli, amministrativi e politici.

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